A proposito di sesso:

di Giuseppe Magnarapa

A PROPOSITO DI SESSO

Dopo i recenti scandali nell’ambiente politico e cinematografico, sembra diventato quasi impossibile parlare di sesso senza essere additati come sessuofobi retrogradi o, al contrario, come sessuomani  molestatori, se non potenziali stupratori. Cerchiamo, perciò, innanzitutto di eliminare le sovrastrutture mediatiche, nevrotiche e moralistiche con cui il sesso è stato ammantato, e dunque distorto, da quando la rivoluzione sessantottina lo ha fatto emergere  dalle tenebre della rimozione individuale e sociale, liberandolo dagli antichi pregiudizi per trasformarlo in comune argomento di conversazione.

Il sesso in origine,  è l’attività fisiologica umana destinata non alla salvaguardia dell’individuo, ma alla continuazione della specie di appartenenza: in altre parole, se mangiare serve alla sopravvivenza di chi mangia, fare sesso serve alla sopravvivenza della sua specie. Sia l’una che l’altra funzione si attivano in seguito ad una sensazione sgradevole che mette in moto i meccanismi di feed-back idonei ad eliminare la sensazione stessa: la fame, nel primo caso, il bisogno di sfogo  nel secondo.

L’atto sessuale tuttavia, non provoca solo l’eliminazione di una tensione sgradevole, ma anche una percezione molto intensa di piacere: ciò è dovuto al fatto che, siccome, rispetto al nutrirsi, esso  comporta un maggior spreco di energie,  sarebbe assai meno praticato se non ci fosse l’incentivo della gratificazione orgasmica con cui viene associato.

Fare l’amore, in altre parole, è un contratto biologico molto ben studiato, che ha lo scopo di salvaguardare la specie.

Senza dilungarsi troppo sui motivi che hanno portato, nel corso dei millenni, ad una ridefinizione sostanziale dell’obiettivo originariamente perseguito da Madre Natura, veniamo direttamente ai giorni nostri  nei quali, dopo una serie di processi metaforizzanti e sublimanti, sia individuali che sociali, l’unione sessuale è considerata, anche da un sano spirito laico, la manifestazione fisica più completa e compiuta del reciproco legame di attrazione amorosa  tra soggetti, di sesso opposto, vorrei precisare a questo punto, dato l’argomento specifico che stiamo affrontando.

L’atto sessuale tra consenzienti rimane comunque un vero e proprio contratto in base al quale ci si scambia reciprocamente affetto e piacere: ma le stesse caratteristiche di “scambio” ha anche l’atto sessuale tra soggetti che non si amano e che dunque, barattano il piacere con qualcosa di diverso: denaro, per esempio, ma anche assistenza o prestazioni di altra natura: e qui inevitabilmente, entra in campo la morale il cui ambito di competenza si è  molto ristretto rispetto ai tempi in cui una donna veniva giudicata “puttana” anche se faceva l’amore con un uomo di cui era pazzamente innamorata senza esserne la moglie. Oggi, si tende ad affibbiare l’epiteto solo a donne che fanno l’amore in cambio di denaro, oppure, se ci si sporge un po’ di più dal parapetto morale, a quelle che lo fanno in cambio di un posto di lavoro, di un avanzamento, di un favore politico o di una particina in un film.

Tutti sappiamo che è così da sempre, soprattutto da quando il nostro immaginario  collettivo è stato colonizzato dal desiderio di potere o di notorietà: ma poi, ad un certo punto, salta fuori Asia Argento a lamentarsi di aver subito anni fa, molestie sessuali da parte di un produttore e, a seguire, decine di altre donne puntano il dito su un regista che avrebbe fatto altrettanto con loro. Non è dato sapere se quegli atti sessuali siano stati ricambiati col favore richiesto, cioè se sia stato rispettato il loro carattere contrattuale: qualora ciò non fosse avvenuto, le donne oggetto dell’ “imbroglio” avrebbero avuto tutte le ragioni del mondo, allora, per rifarsi nei confronti dell’inadempiente, ma se invece, i patti fossero stati rispettati, allora la furiosa campagna moralizzatrice in atto non avrebbe ragion d’essere e si mostrerebbe in tutta la sua tragica ipocrisia.

Nessuna valutazione morale, dunque: se il consenso è subordinato ad uno scambio di favori, ogni donna ha il sacrosanto diritto di perseguire i propri obiettivi, servendosi degli strumenti di cui dispone: ed ogni uomo dovrebbe avere l’obbligo di rispettare il patto; questo però, non ha nulla a che fare  con le molestie sessuali vere,  cioè con le mani messe addosso ad una donna unilateralmente senza reciprocità  e con l’unico scopo di soddisfare i propri bisogni frustrati, né con le violenze  consumate contro mogli, fidanzate o estranee che, non importa per quale motivo, abbiano negato il proprio consenso.

Confondere le due cose non è immorale: è criminale.