L’empatia in psicoterapia

 

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Cos’è l’empatia?

Per empatia si intende la capacità di mettersi nei panni dell’altro, comprendere lo stato d’animo dell’altra persona, è una partecipazione intima, un’immedesimazione, un interessarsi all’altro senza secondi fini.

Comunemente si sviluppa nell’amicizia, nell’amore, nei rapporti parentali, ma può nascere in certe situazioni anche tra estranei.

Chi manca di empatia?

Le personalità fortemente narcisistiche mancano di empatia, di un puro e vero incontro con l’altro, ma i loro rapporti sono sempre mossi da un interesse secondario di stampo manipolativo (rapporto predatorio).

L’empatia in psicoterapia

Un’importante svolta avvenne in campo psicanalitico, grazie ad un allievo di Freud, Sandor Ferenczi, che Freud definì “il mio paladino e gran visir segreto”.

Ferenczi superò il concetto Freudiano di Analista neutrale, Ferenczi con il suo cambiamento epistemico contribuì anche se indirettamente allo sviluppo della psicanalisi relazionale di “Mitchell”. L’approccio relazionale, toglie importanza alle pulsioni e pone la centralità sulle relazioni.

Al giorno d’oggi molti approcci psicoterapeutici hanno introdotto l’aspetto empatico in terapia, come la Gestalt, e l’ipnosi Ercksoniana.

Come si sviluppa l’empatia?

Lo sviluppo dell’empatia in terapia, può essere strutturata anche attraverso delle modalità tecniche di lavoro, come prima aspetto bisognerà stabilire un buon REP (rapporto empatico positivo).

Le tecniche sono, il rispecchiamento empatico, il ricalco, la riformulazione, l’effetto eco, comunicare il sentire.

Il Rispecchiamento.

Il terapeuta si muoverà a specchio di fronte al paziente, se il paziente muoverà la mano destra, anche il terapeuta lo farà, se il paziente sorride anche il terapeuta lo seguirà nello stesso comportamento, senza scimmiottare, magari ritardando di alcuni secondi il movimento e solo per alcuni scambi, questo per accendere i neuroni specchio che sono una classe di neuroni che si attivano quando un individuo compie un’azione e quando l’individuo osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto, per questo motivo, permettono una vera e propria simulazione incarnata.

Il Ricalco.

Il terapeuta oltre a continuare a lavorare sulla cnv (comunicazione non verbale), mostrerà di rispettare i valori, le credenze del paziente, non giudicherà, non darà interpretazioni che risultino giudicanti verso il paziente, il terapeuta lo farà sentire pienamente accettato.

La Riformulazione

La riformulazione è quella metodologia con la quale il terapeuta, ripete le stesse frasi dette dal paziente, mettendoci del suo, per es. durante uno scambio verbale, il terapeuta potrebbe dire: “Quindi mi stai comunicando, che vorresti sentirti maggiormente accettato dalla tua famiglia”, oppure la seguente riformulazione:” Se ho ben capito, tu ti senti insofferente quando la tua famiglia non ti ascolta”. In questo modo facciamo sentire al paziente che parliamo il suo stesso linguaggio e comprendiamo il suo stato d’animo.

L’effetto eco

Ripetere l’ultima frase detta dal paziente con tono esclamativo.

Comunicare il sentire

Mentre il paziente racconta una sua emozione forte legata ad un esperienza, il terapeuta potrà dire: “Anche io sento questa emozione, quando mi comunichi ciò”.

 

È necessario, che il terapeuta si eserciti a sentire l’altro, sia realmente partecipe ascoltando in primis se stesso durante il setting.

Partendo da questi punti, si potrà sviluppare un’ottima psicoterapia, perché la relazione terapeutica viene prima di qualsiasi approccio e tecnica.

Contatti.

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